venerdì 13 aprile 2012

La spina ed il gatto di nessuno

Ieri alle 9 del mattino ricevo una telefonata:
-"Pronto, Dottore? Sono la signora Bonelli, lei non mi conosce"

-"Mi dica signora..."

-"Sa dottore, c'è un gatto nel mio giardino, ma premetto non è il mio gatto..."

Ma se non è il tuo gatto che mi chiami a fare?!

-"Sa dottore, se costa tanto non glielo faccio vedere, ha una spina in un piede, in caso se costa troppo toglierla lo lascio così..."

Ora dico io, ma cosa può fregare a me se tu lasci la spina al gatto che non è tuo???

E come se andassi dall'avvocato e gli dicessi, sa se costa troppo non gli faccio causa... ma non gliela fare sta benedetta causa...

In conclusione, visito il gatto, che poi si dimostra di proprietà, il marito mi viene a dire che ci tengono come ad un figlio...
... ma allora...
Mi prendi per il culo?

chesesapevoglichiedevoildoppio

domenica 24 ottobre 2010

L'esame delle feci

Se qualcuno, all’età di sedici anni, mi avesse detto che avrei passato un’ora al giorno a guardare feci in sospensione al microscopio, e per giunta feci di cane, l’avrei mandato a quel paese.

Studente modello del Liceo Scientifico, appassionato di matematica, fisica ed informatica, tutto pensavo di fare, al di fuori del veterinario.
Lo sappiamo la vita è strana, ed eccomi qui...
Certo, per molti di voi la cosa sembrerà assurda, ma per me ora mai è un dato di fatto.
La vita ambulatoriale di un veterinario gira attorno alla cacca.
In parte perché a quello stronzo di un barbone della signora Xxxxx, gli scappa di espletare le sue funzioni organiche proprio nella mia sala d’aspetto (non poteva farla un’ora fa o fra mezz’ora. No! Lui deve farla proprio a casa mia), in parte perché gran parte delle malattie degli animali d’affezione passano attraverso lo stomaco.
La mia segretaria è ben istruita sulle domande da fare ai clienti al telefono che hanno un cane che sta male, ed una delle cose da chiedere sempre è: “fa la cacca?”, “e come la fa?”.
Normalmente i padroni si sbizzarriscono in descrizioni fantasiose, arrivando anche a mimare per telefono l’espletamento... Cose da rabbrividire...
Ritornando a noi, una delle cose che odio di più, è questo benedetto esame delle feci.
In realtà consiste nel far galleggiare le uova dei possibili parassiti intestinali, in una soluzione più pesante dell’acqua. Normalmente si usa Nitrato di Sodio per arricchire l’acqua.
Il concetto di base però e la preparazione del campione.
Immaginate!
Qualcuno mi porta le feci del proprio animale. Io le prendo, le osservo con attenzione, scelgo il pezzo più adatto per l’esame. Lo trituro fino a farlo diventare una cremina, poi lo filtro e lo metto in una provetta, lo centrifugo per cinque minuti. Prendo una goccia dal menisco, la metto su di un vetrino porta oggetti e la guardo a cento ingrandimenti attraverso il microscopio. Facile no? 
Spiegato anche il motivo perché ad ogni tirocinante o volontario che ci venga ad aiutare in clinica è la prima cosa che gli insegno a fare!
Sul dove ed il come la gente porti la cacca, si potrebbe scrivere un libro, ma mi limiterò solo a qualche piccola chicca.
Qualcuno mi porta l’intera produzione giornaliera. Un sacchetto del pane pieno di benemeriti e vi chiede pure :”Dottore, ma quella un po’ più chiara l’ha vista?”.
Premesso che da un sacchetto di cacca, voglio sapere chi di voi si mette a fare un esame colorimetrico, per definire le variazioni del marrone. In secondo luogo, le feci dopo alcune ore imbruniscono, effetto dell’ossidazione della biliverdina, quindi alla fine sono scure tutte uguali. 
Ora il fatto è, ma sta gente dice sul serio?
Altri invece mi portano una lacrima di cacca, presa con la punta di un cottonfioc, avvolta in tantissimo strati di carta igienica, dentro almeno a due sacchetti, e me la fa trovare, senza scritta, legata alla maniglia della porta. Poi chiama! Come se parlasse di un carico di droga con il telefono sotto controllo: “allora, com’è?”.
Com’è cosa? E lì mille discussioni per non dire la parola cacca.
Come recipiente per il trasporto si usa di tutto. Pochissimi eletti utilizzano il recipiente della farmacia con cucchiaino per il campionamento, per il resto si vede di tutto, bicchieri di plastica per il caffè, vasetti di omogeneizzato, vasetti del caviale, vasetti di nutella, della marmellata... proprio di tutto. Anche pezzi di copertina dove gli animali hanno sporcato.
Il perché il proprietario richiede un esame delle feci?
Questo è vero! il 99% delle volte sono io a chiedere un campione di feci. Il rimante 1%, vuole un parere sullo stato delle feci del proprio animale.
E noi veterinari da queste sacrosante feci cosa vediamo?
In realtà tantissime cose. Tutto un mondo di parassiti vive nelle feci dei nostri animali, e causa malattia. Per fortuna quasi sempre la stessa malattia, la diarrea.
La diarrea, può essere solo un problema per il proprietario, costretto a pulire il salotto da cotanta lorderia, o in alcuni casi può essere gravissima e condurre alla morte. Direte, vero??? Vero, vero... ma questo è per un altro post.
Me lo chiedo anch’io: “i cuccioli, anche nati nelle migliori famiglie hanno i vermi!”.
Ma dove li prendono? I proprietari me lo chiedono sempre, ed io gli rispondo, “dal latte della mamma!”.
E questo basta a quietare gli animi. Ma la verità a cui non so rispondere è, ma la mamma dove li prende i vermi? Se la mamma viene a farsi sverminare due volte l’anno, vive praticamente fra il salotto di casa ed il letto del figlio piccolo, non esce di casa perché si sporca i piedi, non vede altri cani altrimenti se li mangia, questi vermi da dove saltano fuori.
Passi l’infestazione da Dipilidium che si prende ingoiando le pulci, passi la coccidiosi che si prende mangiando la cacca di uccelli, ma gli ascaridi, quei vermoni lunghi 40 cm, come cavolo li prendono?
Fino ad ora non l’ho mai capito!   
Alla prossima!
CheParlandoDiQuesteCoseMiéVenutaVogliaDiUnPanino

giovedì 15 luglio 2010

Il collirio magico

Oggi è giovedì mattina, ed io, per chi non lo sapesse, il giovedì mattina mi riposo.

Quindi ho il tempo di scrivervi un altro post.

Ormai i miei clienti lo sanno, ed il giovedì mattina la maggior parte di loro non mi cerca, anche se devo dire la verità, ho un paio di clienti che mi cercano solo ed esclusivamente il giovedì mattina.


Non importa se da 6 o 7 anni spiego loro che il giovedì mattina sono di riposo. Loro imperterriti mi chiamano di mattina, possibilmente alle 8.

Mi viene in mente di quando un relatore ad un corso di persuasione, ci disse che più vuoi che una persona faccia una cosa, più gliela devi sconsigliare... ma questo è tutto materiale per un altro post.

Tornando a noi.

Qualche giorno fa mi chiama una cliente, la mamma di Charlito.

Charlito è uno Shi-Tzu di 9 anni.

Per chi non conoscesse gli Shi-Tzu, sono quei cagnolini, bassi e lunghi, tutto pelo, con il muso schiacciato, che se sei distratto e li vedi liberi per l'ambulatorio, non capisci il verso di come sono messi.

Hanno un ciuffo sulla coda, identico e quello che hanno in testa, e siccome hanno il muso schiacciato, se stanno fermi non capisci a colpo d'occhio qual è il dietro e qual è il davanti.

Che se ne incontri uno per la strada e gli vuoi dare un benevolo calcio sul cxxx, potresti rischiare di fargli cadere tutti i denti.

Poi perché mai dovresti darli un calcio, sono così buoni...

In effetti gli Shi-Tzu hanno un buon carattere.

Ho conosciuto solo uno Shi-Tzu cattivo, si chiamava Micro, ma forse era cattivo perché non gli piaceva il nome.

Valli a capire, loro ed i loro complessi di inferiorità.

Torniamo a Charlito.

Charlito, come tutti quelli della sua razza, ha un mare di problemi.

E' nato con una paralisi permanete del facciale.

E questo sarebbe niente se non tenesse costantemente la lingua sempre fuori da un lato.

Quando, 9 anni fa lo vidi per la prima volta, tutto fiero del mio colpo d'occhio clinico, senza neanche fare parlare i proprietari, mi levai sulla cattedra del "so tutto io" e gli dissi:

siete venuti per sapere perché il vostro cane tiene la lingua fuori da un lato.

E loro, guardandomi come se fossi un matto, no dottore, non ci abbiamo fatto mai caso, perché tiene fuori la lingua da un lato?

Rifatte le presentazioni e lasciatili parlare (me l'avevano detto all'università che per prima cosa bisogna far parlare i clienti), mi spiegano che Charlito ha un problema agli occhi.

E io i suoi occhi come dovevo vederli se erano nascosti sotto una matassa di peli. Excusatio non petita, accusatio manifesta.

In effetti Charlito aveva proprio un bruttissimo paio di occhi.

Aveva la cosiddetta KCS, o cheratite secca. Una bruttissima malattia, che colpisce le ghiandole lacrimali impedendogli di produrre le lacrime.

Ve lo immaginate questo poveretto, con tutti i peli dentro gli occhi, senza poter versare una lacrima.

Per giunta hanno tutti l'esoftalmo (ma oggi ti va di parlare strano?).

Esoftalmo vuol dire che hanno gli occhi mezzi di fuori.

Avete mai visto quegli occhiali che si usano a carnevale, che quando starnutisci gli occhi saltano fuori legati a delle molle?

Ecco, hanno gli occhi fatti così. Non con le molle, ma se sbattono forte, perché scendono troppo veloce dal divano, possono trovarsi con gli occhi di fuori. (Non scherzo).

Io stesso spiego ai miei clienti come riposizionare gli occhi in caso succedesse.

Infatti in molti Shi-Tzu, basta che gli aprite troppo le palpebre e gli occhi vengono fuori.

Il problema non è spiegare la manovra, semplicissima del resto, è abituare il cliente, il quale tende a svenire o a vomitare non appena vede l'occhio fuori dall'orbita...
... ma se è cosi, che te lo compri a fare uno Shi-Tzu?

Mi hanno sempre detto che la somiglianza tra padroni e cani è una cosa reale, ed ora posso dirvi che è vero.

Guardando la proprietaria, e guadando Charlito, la somiglianza è impressionante.

Entrambi con gli occhi fuori dalle orbite, entrambi non proprio belli. Lei con un paio di occhiali che se vuoi accendere un fuoco al campeggio basta farteli prestare per un attimo.

La terapia per la malattia di Charlito è un delicato intervento, per spostare il dotto della ghiandola salivare dentro gli occhi, così da permettere alla saliva di sostituire la lacrima.

Vedi un po' tu, questo poveretto se gli faccio l'intervento può sputarsi solo negli occhi. Potrei consigliarlo anche a qualche mio cliente.

Spiego tutto ai proprietari.

Lei, la padrona, dopo avermi fatto parlare, inizia con il raccontarmi di tutte le visite oculistiche che si era fatta da quando aveva 10 anni, e mi dice che più di un medico la voleva operare per un distacco retinico, ma lei odia gli interventi e quindi il distacco retinico se l'è tenuto. Brava! Così adesso non vedi ad un palmo dal naso.

E lei Charlito non lo fa operare, in caso restasse cieco, perché gli animali sono come le persone, a farsi operare rischiano.

Ammesso e non concesso che gli animali sono come le persone, a patto di considerare che camminano su quattro zampe, sbavano, non sudano, alzano la zampa per fare la pipì, si accoppiano una volta ogni 6 mesi, mangiano la roba avariata come fossero ostriche...

Ammesso e non concesso tutto questo, Charlito mica deve operasi di distacco retinico...

... Tolto ogni dubbio che non volessi più operare il suo cane, come se si girassero e lo trovassero operato in quattro e quattr'otto, optiamo per una terapia medica (sperimentale all'epoca, oggi di largo utilizzo).

La terapia consiste nel far produrre alle ghiandole lacrimali, quel poco di lacrima rimasta.

Gli spiego che prima o poi non funzionerà più e dovremo fare altro. In alcuni, per altro non rari casi, gli occhi andranno asportati, specie se si innesca la cheratomalacia (morte della cornea).

Sapete quanto è andato avanti Charlito? 8 lunghissimi anni.

Però oggi è arrivato il fatidico giorno, in cui il collirio magico non funziona più. Non ci sono più lacrime da spremere.

Siamo al bivio, o spostare il dotto delle  ghiandola salivare,  in modo da permettergli di sputarsi negli occhi, oppure toglierli direttamente.

Cosa??? Toglierli? Immaginate di non produrre più lacrime e di dover aprire e chiudere gli occhi un migliaio di volte al giorno completamente a secco.

Vi sembrerebbe una cosa bella?

Voi direte, ma poi resta cieco.

E io vi rispondo. Prima di tutto questi animaletti sono fortemente miopi, quindi non ci vedono già alla nascita, in secondo luogo, dopo alcuni mesi di ridotta produzione di lacrime, producono un velo sulle cornee (velo pigmentario) che gli oscura completamente la vista.

Quindi se è andato tutto bene, Charlito non usa gli occhi da almeno 9 anni. Quanti anni ha Charlito?

Scelta del proprietario: non vuole spostare il dotto, non vuole togliere gli occhi!

Vuole un altro collirio, come quello dell'anno scorso che lo faceva stare bene e per giunta mica da mettere più di una volta al giorno, perché non ha tempo.

E dove glielo trovo io il collirio magico?

Ho organizzato un viaggio da Padre Pio, con tappa a Lourdes, per reperire alcune gocce di questo unguento miracoloso, cerco compagni di viaggio, possibilmente deambulanti.

Alla prossima

Veterinario

ChePensandociPotreiVendereLeMadonnineConLAcquaBenedetta

Assicurazione Sara... Bruttissima esperienza.

Questa volta vi scrivo il post per mettervi in guardia.

Vi racconto cosa mi è successo.

A gennaio di quest'anno è scaduta la polizza medica della Sara Assicurazioni di mia moglie.

L'avevamo fatta per essere sicuri di non aver problemi, dovendo recarci in Egitto.

Qualche giorno prima della scadenza, l'assicuratore mi chiama e mi informa della scadenza imminente.

Gli dico che non voglio rinnovarla.

E fino a qui tutto normale!

A distanza di 6 mesi (cioè ieri), mi arriva la lettera di intimazione del pagamento della polizza.

E per giunta da 300€ adesso ne dovrei pagare 522,50€.


Ma vi sembra una cosa normale?

Allora l'agente cosa ci sta a fare in ufficio....

Bha!


Veterinario

CheSeSapevaSiFacevaAssicuratore

mercoledì 14 luglio 2010

Alla fine della giornata quello che conta è essere felici.

Si si, è proprio così!

L'unica cosa che conta è proprio essere felici.

Ed io oggi lo sono.

La giornata in ambulatorio è andata proprio bene. Ho finito il turno senza nessuna chiamata fuori orario. Per la verità solo una. Ha chiamato una signora che ieri ha lasciato il curriculum (orale) per poter venire a lavorare da noi e già a meno di 24 ore si stava chiedendo come mai non fosse stata ancora chiamata...

Bha!... ma che hanno nella testa, le mosche?!

Ma alla fine, anche questo è bello.

Finito il turno. E' stata l'ora della passeggiata a cavallo.

Ma cosa ci può essere di più bello di un giro a cavallo con gli amici? (in effetti molte cose, ma per adesso mi sono intrippato con l'equitazione di campagna).

Ho fatto tanti sport nella mia vita... adesso è la volta del cavallo.

Dopo le 7 (di sera naturalmente), ci ritroviamo insieme ad altri 2 amici, per la solita passeggiata serale.

Insieme a me viene (sarebbe più opportuno dire, io vado insieme) un Ispettore di Polizia che chiameremo Addominali ed un imprenditore agricolo, che chiameremo il Professore.

Il perché ho scelto questi nomi ve lo dirò in un altro post.

Ormai abbiamo le tappe fisse.

Quando usciamo la prima cosa che facciamo, è recarci all'albero delle "Ficu millincianari", un varietà di fico dolcissime a forma di melanzane, da cui il nome (millinciana in siculo vuol dire melanzana), che fa i frutti tra giugno e luglio.
Passiamo poi all'albero delle pesche e per ultimo ai "cieusi", detti dagli italici gelsi.

In questo pellegrinaggio, insegniamo ai cavalli a stare fermi sotto gli alberi, mentre noi alleggeriamo i rami, assaggiando i frutti della produzione locale.

Mi sono sempre chiesto se sia legale, penso proprio di no, ma vuoi mettere il piacere di raccogliere un frutto a 2 metri di altezza, seduto comodo, cosa che non potresti fare mai senza scala?

La cosa bella delle campagne siciliane e che conservano ancora gli alberi da frutto che chissà quale nonno piantò 80 o 90 anni fa.
Le campagne che attraversiamo a cavallo sono del tutto abbandonate, ma gli alberi da frutto sono li, da anni.

Attorno agli alberi si vede uno strato soffice di frutti secchi che ricoprono il terreno, segno che da diverse stagioni nessuno raccoglie più la frutta.

Agli alberi di fico, la frutta non raccolta, rimane appesa, e moltissimi alberi sono pieni delle vecchie e delle nuove primizie, che la terra produce praticamente solo per noi.

Dove andiamo noi, si può andare praticamente solo a cavallo, in quanto le strade non esistono più e le sterpaglie sono talmente alte che a piedi un uomo non vedrebbe oltre il suo naso.

Questo per ora mi rende felice...

martedì 13 luglio 2010

Tanto per condividere un po' di quello che vivo in Ambulatorio.

Lunedì pomeriggio, ore 13.30, difronte ad un bel piatto fumante di spaghetti al pomodoro.

Squilla il cellulare!

"Inciso: ma perché mai la gente chiama sempre alle 13.30, ma che non mangia?"

Con occhio furtivo lancio uno sguardo al telefonino... riguardo gli spaghetti...


Telefonino, spaghetti. Spaghetti, telefonino.

Cedo alla tentazione. Rispondo.

Segue la telefonata con un tipo che chiameremo IL TIZIO DELLE CAPRE (TDC), poi capirete.

VET: "Si pronto!"
TDC: "Pronto è il Veterinario?, Avrei bisogno di lei per un urgenza, il mio cane non mangia da 4 giorni."

A questo punto mi verrebbe l'istinto di dare un appuntamento a questo tizio, di farmi trovare con una chiave inglese per manicotti da 50 e sbattergliela fra capo e collo...

VET:" Oltre al fatto che non mangia ha notato qualcos'altro?"
TDC:" Si certo, vomita sangue e fa la cacca con il sangue, anzi fa solo sangue... una puzza?!"

Ho ancora gli spaghetti davanti, ma comincio a pensare che sia il momento di mettermi a dieta.
Con il braccio sposto gli spaghetti, in quanto il vapore che si eleva dal piatto comincia a darmi la  nausea.

 VET:" Va vhè, mia dia il tempo e ci vediamo fra mezz'ora allo studio.

Vi tralascio il seguito e vi faccio un piccolo riassunto.

Mi si presenta un operaio piemontese (ma che ci fa un piemontese in Sicilia?), mi dice che è senza soldi perché ha comprato 500€ di capre qualche giorno fa e quindi per adesso non può pagare e devo fargli la cortesia di curargli il cane.

Ma quante capre gli avranno dato con 500€? Mezza?

Torniamo al cane.
Cosa ha il cane?

Il tizio delle capre, che è venuto a lavorare in Sicilia, pensando che fossimo nell'America del Boom Industriale, dove uno arriva e fa fortuna, si è sognato di adottare un cane e di non vaccinarlo, perché il poveretto non credeva.

"Secondo inciso: In Sicilia se ti scordi di vaccinare il cane, quel poveretto di un quadrupede, si becca tutte le malattie del trattato di Malattie Infettive, comprese quelle che ci sono solo in Africa. D'altro canto, ho sempre sostenuto che siamo la regione dell'Africa alla latitudine più alta. Fine secondo inciso"

Quindi il suo amato cagnolino (un labrador di 25kg) si è baccato la Parvovirosi (per tutti conosciuta come gatroenterite emorragica). Dovrà rimanere con noi alcuni giorni.

Vista la tempestività del proprietario, che si è degnato di chiamare il Vet solo al quarto giorno di anoressia completa (c'è di peggio), ma comunque in tempo per scongiurare la morte da privazione di acqua, la prognosi è riservata, non sappiamo se ce la farà... Intanto raccogliamo feci con i secchielli di mio figlio per andare al mare.

Per chi non conoscesse la malattia:

La Parvo o GE come la siglo io sulle schede degenza, è una malattia virale che colpisce l'intestino del cane.  E' una specie di Cagotto tremens, con il quale il malcapitato cane non riesce a smettere di fare diarrea e di vomitare contemporaneamente.


E questo sarebbe nulla, se la puzza tremenda delle feci non rendesse impraticabile lo studio per circa 4 ore.


Alle volte sono stato indotto a pensare che tutte le volte mi abbiano chiamato per una urgenza da parvo, fosse stato non tanto perché si preoccupavano del cane, bensì per liberarsi per qualche giorno di questa specie di cagatoio continuato.


Vi aggiornerò.


Dimenticavo. Il cane si chiama Laira.

Primo Post: Presentazione e convenevoli.

Salve!

Mi chiamo Gianluca. Come avrete capito dal titolo del Blog sono un Veterinario, anzi come usiamo dire noi Vet (abbreviazione per dire Veterinario), sono un proprietario di struttura.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che lavoro presso un ambulatorio di mia proprietà.

E questo che c'entra?

C'entra eccome!

I miei dipendenti, alla fine del turno vanno a casa belli tranquilli e se la signora Diraimondi chiama tutta preoccupata perché il suo micio Fufi ha vomitato del pelo in salotto, loro, dall'alto del loro fine turno, le rispondono:

- "Sa signora, io ho appena finito il turno, può chiamare il dottore sul cellulare della reperibilità."

Inesorabilmente, questo succede tutti i giorni, e alla signora Diraimondi non interessa se io sono stato impegnato tutta la notte con un barboncino inferocito in piena crisi d'astinenza da barbiturici, con cluster di crisi epilettiche (stato in cui le crisi epilettiche si susseguono senza interruzioni).

Alla signora Diraimondi serve un consiglio subito!!!

Subito vuol dire che gli serve anche se sono sotto la doccia, a letto che russo, seduto sul WC che c...., questa non la scrivo, ho cliccato che è un blog per tutti.

Comunque avete capito.

Seguite i post, ve ne racconterò delle belle.